Il 22 aprile 1516, in un’officina tipografica ferrarese, terminava la stampa dell’Orlando furioso, opera simbolo del Rinascimento italiano.
A Cinquecento anni di distanza leggere quei versi di gesta eroiche e grandi imprese emoziona ancora, ed emoziona tanto più pensare che quest’opera fu come una ideale prosecuzione dell’Orlando Innamorato, poema del Boiardo lasciato incompiuto e che, recentemente, Italo Calvino abbia deciso di dare nuovo respiro a quell’opera portandola ai contemporanei e che tanti autori si siano posti su una ideale linea del tempo per far sì che questa storia non morisse nel corso dei secoli.
Emoziona che, in tutto questo alternarsi di epoche, motivo del racconto e insieme ostacolo sia la Guerra.
I libri si interrompono, le storie si fermano, gli autori muoiono, i cavalieri impazziscono, ma, alla fine, l’altra grande forza dell’universo, l’amore, ritesse le sue fila e un altro autore raccoglie quella storia e la porta avanti, la cambia e le da nuova vita e i cavalieri ritrovano il loro senno in ampolle di vetro nel paese della Luna.